Altroprofitto

Tutto incominciò da qui!

Altroprofitto a Milano di Giorgio Fiorentini

In un’aula della Bocconi  alcuni studenti studiano ed approfondiscono tecniche di gestione(“management” nel gergo aziendale)applicabili alle “aziende non profit”.Si  chiedono come dare continuità culturale ed operativa a questa loro inclinazione e scelta per diventare “manager del non profit” e ,comunque,dell’”impresa sociale”.

Raccolgono cinquanta firme creando un gruppo di interesse che si chiama Altroprofitto.

E’ facile raccogliere le  firme,ma esse hanno  creato  un “effetto leva” tale da organizzare un evento(concerto di percussionisti e musica in abbondanza)che ha visto  l’adesione di trecentoventi studenti.Hanno raccolto una significativa somma  per mandare alcune cucine ad energia solare nel Ciad(e tutto questo è stato più impegnativo, ma avevano l’esperienza dell’anno scorso per la raccolta di finanziamenti per i bambini rumeni).

Il titolo della serata era “Festa”:per far capire che c’è anche un divertimento finalizzato,mettendoci qualche cosa di sé per dare agli altri.Con una caratteristica didattica dell’”imparare facendo” tramite l’applicazione reale delle teorie organizzative,della gestione economico-finanziaria,del  marketing,dell’informazione ecc.Insegnate ed imparate in aula, ma applicate nella comunità.

 E giustamente alcune grandi imprese  valutano  positivamente i curricula dei candidati che hanno fatto esperienze nel non profit,nel volontariato e nell’organizzazione di eventi benefici e di altruismo.Gli studenti hanno chiamato il loro gruppo “Altroprofitto” facendo alcune considerazioni:-le imprese devono raggiungere il profitto per remunerare i conferenti del capitale di rischio(per esempio gli azionisti),ma  i ritorni economici devono integrarsi con i “ritorni sociali” che permettono di mantenere il circuito virtuoso fra “equilibrio economico-sociale e equilibrio di consumo”.No al “rischio imprenditoriale selvaggio” in nome del “profitto ad ogni costo”. Quindi la creazione,nelle imprese,della “catena del valore economico sociale;-Milano deve creare un “tavolo di governance economico-sociale” dove le aziende profit,non profit,le  cooperative si assumono la responsabilità non solo economico-finanziaria, ma anche sociale dei progetti e degli interventi non solo per le fasce deboli, ma per tutti gli abitanti della città.E’ probabilmente un esempio la progettualità per “l‘emergenza casa” che si è sviluppata su iniziativa del prefetto di Milano.Ma dobbiamo passare dall’interventismo contingente alla progettualità costante perché nel primo caso i costi di recupero sono decisamente superiori rispetto ai costi della programmazione;-Milano raccoglie un’imprenditoria profit che ha già  maturato il concetto di “impresa sociale” come valenza positiva e concorrenziale nel sistema  economico-finanziario.Ma il ruolo di impresa sociale senza “bollino blu” deve integrarsi con le “imprese sociali” non profit e con  esse si può strutturare una sussidiarietà municipale indispensabile per il sistema Milano.A Natale abbiamo letto di cene,mercatini.eventi,donazioni,biglietti augurali solidali,regali trasformati in  sovvenzioni per progetti di solidarietà.Questa solidarietà contingente deve diventare normalità;si pensi per esempio alle mense per le fasce deboli di Milano(anziani,immigrati,poveri e così via)che offrono gratuitamente centinaia di migliaia di pasti all’anno compreso Natale e Ferragosto.Per fare questo bisogna diventare “impresa sociale” e credere nell’Altroprofitto.

giorgio.fiorentini@sdabocconi.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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